
SINDROME DEL BAMBINO SCOSSO
Viene comunemente chiamata: Shaken baby syndrome (o anche Battered child syndrome o Shaken baby) o, più recentemente, Abusive head trauma, cioè la “Sindrome del Bambino Scosso” (SBS).
Sono i bambini tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita a subire maggiormente questa violenza fisica:
è il periodo di massima intensità del pianto per il piccolo e la struttura muscolare del suo collo ancora poco sviluppata e che non riesce a sostenere la testa, è ancora decisamente molto debole e non permette di controllare bene il capo.
Cosa succede se viene scosso
Se viene scosso con forza, il suo cervello sbatte contro le ossa del cranio e può subire lesioni gravissime, ecco perché la sindrome del bambino scosso è così grave.
Il volume e il peso del capo in rapporto al resto della massa corporea (la testa rappresenta circa il 15% del peso corporeo), l’elasticità delle strutture scheletriche, il basso tono muscolare a sostegno del capo, l’elevato contenuto acquoso del sistema nervoso centrale ancora immaturo, la fragilità e immaturità della massa cerebrale, può portare a causa di scuotimenti violenti a conseguenze irreversibili.
Quando il bambino viene scosso energicamente, anche per pochi secondi, può causare lesioni molto gravi, principalmente emorragie nel cervello e nella retina, causando danni che posso portare alla cecità ed a ritardi dello sviluppo neurologico.
Il cranio dei bambini fino a 12 mesi è più grosso e pesante rispetto alla capacità di controllo e alla tonicità delle strutture muscolari del capo.
Sindrome del bambino scosso e il movimento violento della testa, con o senza decelerazione, può provocare:
- Ematoma subdurale (raccolta di sangue tra la dura madre e l’aracnoide) conseguente al sanguinamento di vene a ponte;
- Emorragia subaracnoidea;
- Trauma cerebrale, danno assonale, anossia delle cellule cerebrali;
- Trazione del bulbo con danno al midollo cervicale;
- Deficit cognitivi e motori;
- Emorragia della retina con danni visivi;
- Frattura del cranio;
- Fratture delle costole.
Sintomi
I sintomi della Shaking Baby Syndrome o sindrome del Bambino scosso possono essere poco specifici e manifestarsi subito o dopo 4-6 ore con:
- vomito
- inappetenza
- difficoltà di suzione o deglutizione
- convulsioni
- perdita di coscienza
- pupille dilatate
- estrema irritabilità
- sonnolenza
- assenza di sorrisi o di vocalizzi
- rigidità nella postura
- difficoltà respiratorie, apnea
- difficile controllo del capo
- fratture delle costole e delle ossa delle braccia
- arresto cardiaco.
Perché un adulto può arrivare a scuotere violentemente un bambino piccolo?
Spesso a portare alla sindrome del bambino scosso è la reazione a un pianto inconsolabile, apparentemente ingiustificato ed in questi casi ci si può sentire impotenti, specialmente in situazioni di stanchezza fisica e psicologica che portano ad assumere comportamenti errati, nel tentativo di trovare una soluzione.
Questo tipo di maltrattamento, in genere, avviene entro le mura domestiche.
Sono gli stessi genitori, esasperati, o altre figure con cui si condivide l’accudimento dei bambini (nonni, babysitter) a cadere nel tranello di una manovra consolatoria, apparentemente innocua e che invece si rivela molto pericolosa.
A volte, soprattutto durante i primi mesi di vita, il pianto del bambino può sembrare inconsolabile.
Ma ricordiamo che
piangere è l’unico strumento che il neonato possiede per comunicare.
Qualunque possa essere il motivo (avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di esser cambiato o di coccole ecc.), non bisogna mai arrivare a scuotere il bambino per calmarlo, poiché i danni causati dalla sindrome del bambino scosso possono essere davvero gravissimi.
Sono tante altre le soluzioni da mettere in atto:
- Cullarlo nella carrozzina;
- Fare un giro in macchina;
- Fargli un bel bagnetto rilassante;
- Contenerlo fisicamente piegando le gambette, riportandolo quindi alla posizione fetale;
- Fargli sentire un rumore continuo (white noise), come un phon o un’aspirapolvere;
Non si calma?
Se il pianto non si ferma, diventa esasperante e non riusciamo più a gestirlo né a sopportarlo, la cosa migliore da fare è lasciare il bambino in un posto sicuro e allontanarci fino a quando non riacquisiamo un certo equilibrio, o chiedere aiuto ad altri membri della famiglia o agli amici.
Avete invece dubbi che il pianto sia causato dallo stato di salute del piccolo è necessario rivolgersi al pediatra.
Si raccomanda sempre, mentre si tiene il bimbo in braccio, di stare attenti e di sorreggere bene la testa, poiché i muscoli del collo non sono ancora del tutto sviluppati e l’encefalo non è ben fermo nel cranio.
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